giovedì 17 febbraio 2011

"Introduzione alla Magia" a cura del Gruppo di Ur



Verso la fine degli anni venti del 900, un gruppo coraggioso e sparuto si unì sotto un nobile ideale.
Cambiare, con la "Magia", in modo positivo l'ambiente politico italiano di allora.
Volevano che si ritornasse ai vecchi e solidi valori dell'antichità.
Purtroppo il Gruppo ( fra di essi c'era anche Julius Evola ), si sciolse, vuoi per la defezione di alcuni, vuoi perchè si era in un periodo turbolento.
In quegli anni la furia squadrista si abbatteva su tutto e tutti.
In questi tre volumi sono state riunite, con le correzioni del caso e aggiornamenti vari, che non hanno cambiato la natura degli argomenti trattati. tutte le tematiche esoterico-iniziatiche affrontate dal gruppo.
Ognuno aveva un "nick", come si dice oggigiorno. Un nome fittizzio, perchè per loro non era l'importante l'individuo, ma quello che volevano trasmettere a terzi.
Devo dire che questi tre volumi ( il primo è quello che merita di più degli altri, ma naturalmente ognuno apporta cose fondamentali ), mi hanno aperto una nuova dimensione, riguardo all'Esoterismo e al mondo sottile.
La parola "magia" è sempre troppo abusata in questi ultimi tempi.
Su internet c'è tanta ipocrisia e falsità.
Io consiglio di leggere questi volumi.
Ne avrete solo da imparare.
Dal libro:

"Il processo è inverso a quello della vita comune, dove di solito la teoria precede la pratica e l esperienza.
Noi invece qui abbiamo l'azione interiore, la libera iniziativa che ci conduce a cose non pensate, supposte o credute, ma sperimentate... L'Esoterismo non chiede atti di fede di nessuna specie. Richiede invece della buona volontà e un animo scevro di apriorismi e di pregiudizi...Discutere questo o quello è inutile, perchè le basi della discussione non possono essere le stesse, né a nulla vale, in tale campo, una convinzione creata soltanto da argomenti discorsivi. Bisogna invece provare ad accettare e ad operare, e osservare con oggettività ciò che consegue dall'accettazione e dall'azione nell'intimo del nostro essere. Il criterio e la conoscenza saranno un risultato e non un punto di partenza..."

E ancora: 

"...ciò che il religioso ritiene dio, non è che uno stato ch'egli potrebbe raggiungere se fosse capace di credere in sè stesso. Così invece egli pone, con cecità inguaribile, un ostacolo dinanzi a sè oltre al quale ei non s'arrischia di spiccare un salto.
Egli si crea un'immagine per adorarla, invece di trasformarsi in essa.
Se puoi pregare, prega il tuo invisibile te stesso. Egli è l'unico Dio che esaudisce le preghiere. Gli altri Iddii ti porgono pietre invece di pane.
...quando il tuo invisibile Te stesso apparirà in te come entità, tu potrai riconoscerlo dal fatto che getterà un'ombra...."


Pochi libri riescono a darti qualcosa, specialmente su queste Vie così accidentate, ma sono sicuro che questi riescano a trasmettere tanto, solo chi ha orecchie per intendere... Buona lettura!!


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